La fornace di Felice Ricci

È un laboratorio per la lavorazione della ceramica unico nel suo genere e l’ultimo rimasto di una serie che si apriva lungo la “via dei pilari”, che da Vetralla conduce a Mazzocchio. L’unico continuatore della tradizione ceramica vetrallese è Felice Ricci (detto Checco Lallo) l’ultimo dei “Pilari”. La fornace/laboratorio di Checco Lallo si trova in una grotta lungo lo sperone tufaceo che costeggia la via, dove la parte anteriore è adibita a luogo di lavorazione della creta, mentre nel retro vi è collocata la fornace. In primo piano si trova ancora il tornio a pedale, in legno, dove Felice Ricci, oggi scomparso, modellava le sue ceramiche. Prima c’era la raccolta dell’argilla (creta rossa) a Monte Panese, dove si recava regolarmente con la sua carriola (donata al Museo della città e del territorio da Felice Ricci negli anni ’90 ed oggi in mostra nella Sezione Ceramica), poi la decantazione dell’argilla in una vasca davanti a bottega. Dalle mani all’esperto “pignattaro” uscivano brocche, catini, ciotole e piatti da mensa, ma anche salvadanai, fischietti e pignattine per i più piccoli, messi a seccare e poi tutti decorati nei due colori della tradizione popolare di questi luoghi: giallo (antimonio) e verde (ramina). Al di sopra si metteva la vetrina per rendere lucido ed impermeabile il manufatto. In fondo alla grotta/laboratorio è ancora visibile la fornace che occupa l’intera parete per tutta l’altezza; un foro nella cavità garantiva il tiraggio ed il fumo usciva subito fuori su una balza dello sperone.