Posizione e orografia: La Necropoli etrusco-romana c.d. di Grotta Porcina (dal nome del successivo utilizzo del tumulo principale come ricovero per suini), si trova lungo l’antica Via Clodia, lungo il corso del Fosso Grignano, in località Dogane. All’altezza del km. 26,600 della S.S. 1 Aurelia Bis, in corrispondenza della curva, si imbocca una strada asfaltata (indicazioni per “Dogane”; “Necropoli etrusca di Grotta porcina”). Percorrendo tutta la strada si giunge in breve ad un incrocio a T. Svoltando a destra e proseguendo per km 2 circa, sulla sinistra si imbocca la strada sterrata che, dopo 700 m., porta al parcheggio dell’area archeologica. La strada sterrata presenta numerosi avvallamenti e pozze d’acqua nel periodo autunnale/invernale e in molti punti è alquanto stretta. Si consiglia di raggiungere il parcheggio a piedi o con autoveicolo a sospensioni alte. Il diverticolo della Clodia che dal “parcheggio” porta al sito archeologico si presenta ripido e franoso, correndo tra due pareti di tufo alla maniera delle “tagliate” etrusche. I tumuli e le tombe a camera della necropoli sono scavati nel massiccio di tufo che sovrasta la Clodia, con uno slargo centrale e, più in basso lungo la Clodia, sulla destra, il complesso monumentale dell’Altare votivo.
Tipologia dei monumenti: due grandi tombe a tumulo risalenti al VI secolo a.C. sono ricavate dal massiccio di tufo che sovrasta il Fosso Grignano. La prima a sinistra, con soffitto scolpito a rilievo a finti cassettoni e trabeazione centrale, si presenta come una profonda camera fortemente rimaneggiata (sono ancora visibili le tracce regolari lasciate dagli stalli per i porci). Il secondo tumulo, monumentale nelle proporzioni e localmente noto come “Castelluzzo” o “Grande ruota”, è costituito da un tamburo alto m. 3,50 e diametro di m. 28, al cui esterno sono visibili tracce di una cornice tripartita che doveva circondarlo.
Sulla sommità del tumulo si segnala la terrazza destinata ai riti funebri, collegata al tumulo vicino da un “ponte” di tufo lasciato intonso al momento dello scavo della Grande Ruota. Questa presenta due camere comunicanti (complanari al primo tumulo) che attraversano l’intero diametro della struttura, con affaccio sul lato opposto. Al di sotto è scavata una terza camera (accesso sul lato opposto, scendendo nella valletta), anch’essa spoglia ma suggestiva per l’ampiezza e la profondità, collegata al piano superiore da pozzi di aerazione. Sul lato opposto del massiccio tufaceo, a destra venendo dal parcheggio, si aprono una serie di cavità, corrispondenti ad altrettante tombe a semplice camera con letti funebri, verosimilmente più tarde (fine VI-V secolo a.C.). A valle, procedendo a destra, si incontra un singolare complesso architettonico, a pianta quadrata, con un grande altare cilindrico al centro e gradinate tutto intorno, verosimilmente destinato ai riti e ai giochi funebri. Sul lato dell’altare sono ancora visibili tracce di un bassorilievo di gusto orientale, raffigurante una teoria di animali e piante.
Stato di conservazione del sito: Discreto. Nonostante Le camere sepolcrali si presentino fortemente compromesse negli interni a causa del prolungato uso delle stesse come magazzini e stalle, la struttura dei tumuli e il complesso dell’altare rimangono chiaramente riconoscibili. Particolarmente ben conservato è il soffitto del primo tumulo, mentre l’altare e l’arena a gradinate sono attualmente protetti da una recinzione e da una tettoia moderna in metallo.
Accessibilità: Accesso libero. Il sito archeologico è in forte pendenza e il terreno brullo e roccioso richiede l’impiego di calzature adatte (scarponcini da escursionismo). La vegetazione si presenta fitta, sebbene sia ancora semplice accedere, in prossimità dell’area sacra dell’altare e lungo la Via Clodia. I pozzi di aerazione all’interno del tumulo principale sono chiusi da grate, ma si consiglia ugualmente prudenza.