Lavatoi vetrallesi

Quando nelle nostre abitazioni non erano ancora presenti le lavatrici o, ancor prima quando, in casa, mancava l’acqua corrente, gli indumenti venivano lavati in un luogo pubblico che prendeva il nome di lavatoio. Il lavatoio era spesso coperto, per proteggere le lavandaie dalle intemperie, ma, salvo sporadici casi, senza pareti. All’interno vi si trovavano abitualmente due vasche disposte su livelli differenti in modo che l’acqua che entrava nella superiore passava nell’inferiore e non viceversa. La vasca inferiore era utilizzata per il lavaggio vero e proprio, quella superiore per la sciacquatura dei panni. Sulle vasche poggiano dei piani inclinati, nella nostra zona tali piani erano scolpiti in peperino, dove si strofinavano i panni (l’olio di gomito era considerato il miglior detergente). Per i panni più delicati potevano essere utilizzate anche tavole di legno con il piano sagomato. Caratteristica peculiare dei lavatoi era l’altezza: non troppo bassa in modo da non consentire agli animali di abbeverarsi, ma allo stesso tempo, non troppo alta per facilitare le operazioni di lavaggio. Le donne, perchè a loro era riservata la pratica, passavano molte ore al lavatoio e questo periodo diventava un momento di socializzazione, di aggregazione in cui si discuteva, si facevano scherzi e si cantavano canzoni che le “lavannare” più anziane insegnavano alle più giovani…

Andrea e Arnaldo Natali

Lavatoi nel centro storico

1. Via dei Funari
2. Vicolo del Sole
3. Via del Fontanile
4. Vicolo Pasquini
5. Borgo Castello

Fonte: I lavatoi di Vetralla a cura di Vetralla città d’arte, Davide Ghaleb Editore