Posizione e orografia: Il Santuario rurale c.d. di Demetra si trova in in località “Macchia delle Valli”, nella zona nota come “Pietrara”, frazione di Vetralla. Risalendo la S.S. Cassia in direzione Cura, si incontra sulla destra la deviazione per la frazione Mazzocchio. Si procede su Via della Crocetta e si prosegue dritto oltre l’incrocio con Via Blera. Al semaforo si svolta a destra in Via della Pietrara, quindi, dopo qualche centinaio di metri, si prende la prima carreggiabile a sinistra. Di fronte a un gruppo di case è possibile parcheggiare. Si prosegue a piedi verso la valletta di Macchia delle Valli, sempre in discesa. All’unico bivio (sprovvisto di indicazioni) si prende a sinistra attraverso una piccola tagliata di probabile origine etrusca, quindi si arriva al Santuario. Il sentiero è alquanto scosceso e gira intorno al masso di peperino in cui è ricavato il santuario.
Tipologia dei monumenti: Santuario rurale rupestre, abbandonato nel corso del II secolo d.C. e ricavato in un gigantesco masso di peperino che, usato in passato come cava, dà il nome di Pietrara alla zona. Ritrovato con uno scavo d’emergenza dalla Soprintendenza nel periodo tra maggio e giugno 2006, in seguito ad una segnalazione dell’Arma dei Carabinieri relativa ad attività di scavo clandestine, il santuario etrusco-romano dedicato al culto della dea della fecondità Demetra (alla greca), Vei (all’etrusca) o Cerere (alla latina) era completamente sconosciuto alla bibliografia moderna.
La parte superiore del masso è scolpita a mo’ di terrazza, probabilmente usata per versare libagioni sulla cella sottostante. Aggirando il masso e scendendo verso l’area sacra propriamente detta, ci si trova in un ampio spazio fronteggiante la parete rocciosa, nella quale sono ancora visibili i fori di ancoraggio per le travi di una probabile copertura. Procedendo negli ambienti rupestri ipogei, si arriva alla cella, piccola e costruita in blocchi di peperino con tetto a doppio spiovente rischiarato da una fenditura tra le rocce. All’interno della cella sono stati ritrovati, in straordinario stato di conservazione, una statuetta in terracotta della dea (di gusto ellenistico) e una testa riferibile a un simulacro di Proserpina.
Stato di conservazione del sito: Eccezionale. Nascosto in epoca antica sotto uno spesso strato di scorie di cava, il Santuario è rimasto inviolato fino allo scavo, restituendo tutti gli ambienti e gli arredi di culto (oltre alla statua e al frammento di simulacro anche un bacile di peperino e il vasellame con le ultime offerte portate al santuario).
I reperti rinvenuti sono oggi esposti presso il Museo Archeologico Nazionale di Viterbo di Rocca Albornoz dove è possibile visitare la ricostruzione fedele della cella contenente le statue di culto (Demetra e la testa di Persefone ) e gli arredi sacri. Demetra è raffigurata in trono e tiene nella mano destra una patera umbilicata mentre nella sinistra doveva sorreggere probabilmente un mazzo di spighe.
Accessibilità: Accesso libero. Il Santuario di Demetra è situato, come detto, nel punto più a valle di Macchia delle Valli. Dal parcheggio al Santuario la discesa è alquanto agevole e diretta.
Segnaletica: COORDINATE PRESENTI SU GOOGLE MAPS. Nessuna indicazione scritta in loco. Attenzione: Le indicazioni gps sono accurate fino allo slargo del parcheggio, mentre il segnale si perde avvicinandosi al Santuario.
Mappa archeologica/tabellone informativo: Assente in situ. Indicazioni CAI (Sentiero 103) presenti.
Antica Via di appartenenza: Pur trovandosi non distante dal tracciato della Via Clodia, non vi sono evidenze (sebbene sia probabile) che il Santuario vi fosse direttamente collegato. La tagliata poco profonda, di probabile epoca etrusca, che collega Il Santuario alla strada non sembra essere un diverticolo della strada romana.