Lo spazio del cielo è un progetto di arte contemporanea sul cammino della Via Francigena nel tratto compreso tra Viterbo, Vetralla e Caprarola, realizzato da CoopCulture e diretto da Arci Viterbo con la cura di Marco Trulli e risultato tra i 7 progetti selezionati dalla Regione Lazio nell’ambito dell’Avviso Pubblico Arte sui cammini. Il titolo del progetto deriva dalla radice del termine contemplazione ovvero dal latino cum templum (nel mezzo dello spazio del cielo). Si tratta dello spazio identificato dal lituo degli aùguri, uno spazio tracciato che veniva suddiviso poi in regioni faste e nefaste allo scopo di trarne presagi dal volo degli uccelli e riprodotto sul terreno per identificare dei luoghi dove compiere sacrifici per gli dei. Dunque, il templum è la geografia sacra che, proprio nel territorio dell’antica Etruria, ha suggerito l’identificazione delle prime aree in cui fondare i luoghi di culto. Le opere, lungo un percorso ad anello intorno alla caldera del lago di Vico, orientano il passo, illuminano il percorso come lanterne, risuonano nel paesaggio, sono stazioni che segnano sempre un confine, l’arrivo in un centro abitato, il varco di un limite, l’inizio di una nuova fase del cammino.
300.000 anni in 344 centimetri Fossato Callo, Strada Foro Cassio, Vetralla
Elena Mazzi (in collaborazione con Regula Zwicky)
La lastra in peperino è una mappa sensibile delle trasformazioni geologiche del paesaggio vetrallese, a partire da circa 300.000 anni fa, dovute in gran parte all’eruzione del vulcano vicano. L’artista ha condotto una serie di esplorazioni sul territorio collezionando rilievi, mappe e disegni delle emergenze geologiche più interessanti e peculiari. La scultura esito di questo processo è un palinsesto di superfici e forme scaturite dai diversi fenomeni di pietrificazione delle lave, questi intervallano le varie epoche geologiche, fino a giungere all’utilizzo culturale e artistico dei materiali lapidei. La mappa, disposta in maniera inclinata, chiede all’osservatore di essere sfiorata, accompagnando il viandante lungo il suo percorso. La sistemazione naturalistica dell’area sorgiva di Fossato “Callo”, sulla Via Francigena del Nord, ha riguardato la messa a dimora di piante acquatiche autoctone, nell’intento di assecondare la naturale conformazione dell’alveo del Fossato “Callo”. L’intervento manutentivo del Fontanile ha previsto la pulizia della vegetazione infestante e la risistemazione delle parti murarie del suggestivo complesso di vasche comunicanti costruite in muratura di peperino e pezzame, alimentate da una sorgente che sgorga dalla rupe tufacea.
In the peperino stone, native to the Vetrallese, we can map the geological trasformation of the landscape of its area, starting 300.000 years ago, brought by eruption of the Vico vulcano. The artist conducted explorations of the territory taking surveys, maps and drawings of the most interesting and peculiar geological discoveries. The resulting sculpture is an ensamble of layers and shapes created by several different kinds of lava petrification that show its evolutionary process up until the cultural and artistic use of stone. The map, placed on a reclined surface, invites the observer to be touched, accompaying the travelers along their journey. The naturalistic adjustment of the wellspring area of Fossato “Callo, on the Northern Via Francigena, concerned the implantation of autochthonous water plants, with the intention of helping the development of the natural conformation of the Fossato “Callo” floor. The maintenance of the Fontanile regarded clearing weeds and the restoration of the evocative complex of adjoined tubs built with peperino and irregular pieces of stone, where the water gushing from the tuff rocks runs free.
Direttore dei lavori: Arch. Stefania Fieno